giovedì 18 febbraio 2010

TRA LE NUVOLE

Ryan Bingham (George Clooney) licenzia le persone.
E' l'uomo di punta di una società che offre i suoi servizi a chi non riesce a snellire il proprio organico.
Perennemente in viaggio per tutti gli Stati Uniti (l'unico vero obbiettivo della sua vita sembra apparentemente raggiungere le dieci milioni di miglia, impresa riuscita finora a pochissime persone), Ryan sembra un uomo felice: anche se deve rovinare la vita alle persone comunicandogli che non hanno più un lavoro, tutto sembra scivolargli addosso, sempre impeccabile nel suo completo elegante e con quel sorriso un po' così che lo accompagna in tutte le occasioni.
Poi però succede qualcosa, una piccola rivoluzione nel suo lavoro e l'incontro con una donna molto affascinante, e così...
L'ultimo film di Jason Reitman a quanto sembra è piaciuto molto negli USA, visto che ha avuto ben 6 nominations agli Oscar ed ha già vinto 2 Golden Globe, ma non è un film eccezionale.
Non è Juno (precedente film di Reitman), per intendersi.
Tanto era intenso ed intelligente (nonché profondo) il film sulla ragazzina che decideva consapevolmente di non abortire, tanto è noiosetto e finanche sempliciotto questo con George Clooney.
Sia chiaro, è un film senza molte pecche e Reitman continua a confermarsi un ottimo regista, ma forse delude un po' le aspettative.
Nonostante il tema principale sia, ahimè, attualissimo e venga affrontato in fin dei conti in maniera adeguata (tra i momenti migliori sono sicuramente le reazioni dei poveracci che vengono licenziati da Bingham e le loro improvvisate e spaventate riflessioni sulla precarietà e il futuro che li (ci) attende), il tutto non sembra mai decollare (perdonate la battuta...), lasciando quell'insoddisfazione tipica dei film sdentati.
Tra l'altro ci si rende conto improvvisamente, verso il finale, che pur essendo una storia di forte impegno sociale (come, sembra ormai evidente, tutti i film di Reitman), più che altro il fulcro della situazione è il personaggio interpretato dal bel George (così così, tra l'altro, e non certo da meritarsi una candidatura al premio Oscar), i suoi dubbi esistenziali e la relazione con la sua controparte femminile che riesce a tenergli testa e lo fa vacillare.
Piccola nota a margine (ampiamente meritata) per l'interpretazione di Vera Farmiga, sorprendentemente convincente ed incisiva, talmente tanto che forse tiferò per lei agli Oscar.


Nessun commento:

Posta un commento