domenica 26 dicembre 2010

BUON NATALE

martedì 7 dicembre 2010

GWEN





Gli americani con i casting ielammollano.
P.s.: faticosamente riprendo il mio blog... a presto.

giovedì 14 ottobre 2010

BENVENUTO DIEGO


Oggi una bella notizia.
Auguri a Sara e Federico.

mercoledì 13 ottobre 2010

GRANDE MATT






Matt Groening ha inventato I Simpson. E già questo potrebbe essere sufficiente per definire quest'uomo un genio (come tra l'altro sostiene il Daily Telegraph, che lo ha inserito al quarto posto nella lista dei 100 geni viventi, per quel che vale...).

Ma soprattutto Groening è una persona coraggiosa, così come le persone che lavorano con lui.
QUESTO video dovrebbe dimostrarlo, per l'ennesima volta: è la sigla scelta dagli autori dei Gialloni per protestare contro la scelta della Fox di spostare gran parte della produzione della serie in Corea.

Bisogna ammetterlo, gli americani quando fanno queste cose sono insuperabili, un faro per tutti noi.

P.s.: faccio presente che I Simpson fatturano diversi miliardi di dollari ogni anno, non noccioline, e soprattutto negli States hanno avuto (e continuano ad avere) un impatto culturale e sociale devastante.
Perdonate la retorica, ma certe decisioni vanno contestualizzate.
D'oh!

giovedì 23 settembre 2010

INIZIA LA DISCESA?




Dopo i fenomenali finali di stagione 1 e 2 una deludentissima ultima puntata ci ha accompagnati verso quest'altra (dolorosissima) conclusione.
Con Bill e Sookie davvero insopportabili.

Comunque, riflettendoci troppo, un po' tutta questa terza stagione è stata un filino sotto le due precedenti: credo sia una banalissima ovvia spiegazione la presenza dei licantropi, ridicoli dal post Ululato/Lupo Mannaro Americano a Londra.
Certo è che comunque quando finisce True Blood ti muore sempre qualcosina dentro: l'idea di aspettare un altro anno agognando i nuovi pulciarissimi 12 episodi è lancinante. Ma tant'è.

venerdì 17 settembre 2010

LA DANIMARCA...

Sono in camera d'albergo in un posto fantastico della Danimarca e alla tv (ovviamente della Bang & Olufsen, semplicemente fantastica...) hanno appena passato la pubblicità del dvd di Kick-Ass...
Che dire?Siamo proprio un paese all'avanguardia!

Comunque colgo l'occasione per ricordare a tutti quelli che mi seguono che torno a Roma domenica: ho letto le mail che qualcuno mi ha inviato: vi ringrazio ma vi prego ancora una volta di postare qualche commento... Se mi scrivete privatamente muore l'interazione!
Comunque grazie, davvero.
Dopo esser tornato riprenderò a postare un po' di fregnacce. Ora mi è impossibile (sto scrivendo questo post col mio smartphone!).
A bientot!

giovedì 26 agosto 2010

THE BOX




Necessaria (e stupefacente) premessa: io non ho mai visto Donnie Darko.
Detto questo (e aggiungendo che recupererò presto), ammetto che questo film dello stesso regista, Richard Kelly, mi è piaciuto molto.
D'altra parte le premesse c'erano tutte, visto che è pur sempre un film tratto da un racconto dello stupefacente Richard Matheson (Button, Button del 1970).
Non ho letto il racconto ma so che la trama di quest ultimo è molto più semplice (e alla fine è la moglie che, spazientita dalla debolezza del marito, decide di premere il pulsante, condannando il marito stesso: evidentemente non lo conosceva come credeva... situazione per altro citata/omaggiata en passant nel film).
Forse Kelly strasborda un pochino ma, accidenti, lo fa con stile!
Anni '70 ricostruiti benissimo, atmosfere sempre elettrizzanti (nonostante poi, in fin dei conti, non succeda granché), meccanismi interessanti.
Il film, come dice Matteo Bittanti (sua recensione sull'ultimo numero de I Duellanti) più che un film "da vedere" infatti è un film "da interpretare": un David Lynch meno smaliziato e sadico ma molto più divertente.
Le tematiche care a Matheson ci sono tutte, in primis la dabbenaggine maschile rispetto alla risolutezza e al coraggio femminili: l'eccessiva ingenuità o, se vogliamo, sciocca credulità del marito in fin dei conti condanneranno inesorabilmente la coppia ancor più della decisione di lei (ovvio richiamo, comunque, alla figura di Eva e alla metafora del frutto del peccato).
A proposito di religione, poi, soprattutto il finale è esageratamente sopra le righe: tra gli alieni e la filosofia teologica (molto spicciola) bisogna ammettere che il regista si è lasciato troppo andare, ma lo ha fatto con talmente tanto coraggio da meritarsi un bell'applauso.
Attori un po' cani, e mi dispiace perché sia Cameron Diaz che James Marsden mi stanno molto simpatici.

VOTO : 8-

MA COSI' MI ROVINO! (E VALE MI CACCIA DI CASA...)



Ma come si fa a non bramare, comprare, possedere una magnificenza del genere?
Certo che però tre piotte sò tre piotte, eh?
Nel frattempo andatevi a vedere qui un po' di video.

VOTO HYPE : N.G.

MOHICAN























Bellissimo albo a fumetti.
Non a caso scritto da Paolo Morales e disegnato dal magnifico Roberto Diso.
Storia stupenda che può essere tranquillamente accostata a qualsiasi altra uscita nell'ultimo anno nel mercato francese o americano.
Meravigliosa dall'inizio alla fine, con dei momenti addirittura indimenticabili.
Ti fa venire venire una voglia incredibile di leggere il romanzo di James Fenimore Cooper (o quanto meno di rivedere il capolavoro di Michael Mann).
Niente da dire: Romanzi a Fumetti è un'uscita imperdibile (questo era il quarto numero, dopo Dragonero, lo stupefacente Gli Occhi e il Buio e Sighma).

Ammirare di nuovo delle tavole di Diso immalinconisce terribilmente, però: non riesci a non pensare al suo Mister No e a quei pomeriggi piovosi in cui ti tuffavi a leggere le sue storie ammazzoniche tra farabutti e dark ladies terribilmente affascinanti... che bei ricordi.
Volume assolutamente imperdibile.

VOTO : 10

GIOVANE MARTY




Ormai leggere Martin Mystère è roba da appassionati.
Da grandi appassionati.
Il personaggio, ahimè, non ha più moltissimo da dare e questo suo cominciare a tirare troppo la corda è esplicitato dal passaggio a bimestrale.
Questo nuovo speciale estivo non è da meno: una storia di un giovane Marty matricola universitaria che si improvvisa (improbabile) detective.
Storiellina trascurabile con qualche momento simpatico.

Eccentrici Visitatori dalla Seconda Dimensione, l'albo in allegato, onestamente, non l'ho capito: nel senso che non ho proprio afferrato la storia.

VOTO : 5-

ZAGOR MON AMOUR



Classica storia di Zagor.
E perciò godibilissima.
Un maxi che si legge di un fiato con pochissimi passaggi a vuoto (forse niente di che le gag di Cico, nonostante sia un albo di Burattini, da sempre tra i migliori nel gestire il messicano).
Bella la new entry del Wonder Circus: sicuramente i suoi personaggi torneranno nella serie.
La storia tra l'altro è impreziosita dai diversi riferimenti storici: tra la figura (che evidentemente non piace all'autore) del presidente Jackson a quella di Alexis de Tocqueville.

Quando leggo storie così di Zagor sono sempre molto felice.

VOTO : 7 1/2

I NUOVI BARBARI



A me Roberto Recchioni piace. Tanto.
Talmente tanto che l'altro giorno, dopo aver letto questa sua ultima storia, gli ho scritto che secondo me dovrebbe essere preso come autore di riferimento dell'indagatore dell'incubo: lui, sorprendentemente modesto, mi ha risposto che su DD ci sono tanti bravi autori e che, comunque, "Tiziano E' Dylan Dog" (testuale).
Tiziano è ovviamente Tiziano Sclavi.

I Nuovi Barbari è una bella storia, con tutti i soliti pregi e difetti dell'autore romano.
Pervicacemente originale, citazionista, sporca, deliziosamente imperfetta con le sue numerose (ma giuste, perché coraggiosamente oneste) imprecisioni formali.
In fin dei conti, ben scritta. Meglio comunque di Mater Morbi, l'ultimo chiaccheratissimo Dylan del Nostro.
Disegni di Bruno Brindisi, manco a dirlo, splendidi e funzionali alla storia.

VOTO : 8

DYLAN DOG COLOR FEST 5



Basta, sinceramente non se ne può più.
Dopo 5 uscite l'esperimento Color Fest è assolutamente da bocciare (e non è solo colpa della quarta uscita, l'albo interamente dedicato all'umorismo, forse tra i più brutti e inutili volumi Bonelli degli ultimi dieci anni): è che proprio è un'uscita che non ha ragione di esistere.
Di nuovo quattro storielline esili esili (anche se comunque di ottimi autori, se non eccezionali: la prima storia per esempio è disegnata da Frisenda), assolutamente deprecabili.
Insulsa addirittura la seconda, Lacrima di Stella.
Spero in Bonelli decidano di sopprimere questa collana, anche se sono particolarmente pessimista a riguardo.
Ovviamente, eccezionale copertina della special guest Milo Manara (anche se, a ben vedere, il suo Dylan ha un'espressione da ebete).

VOTO : 4

GREYSTORM




Arriva a conclusione la nuova miniserie Bonelli, dopo 11 numeri,proprio questo mese.
Nel complesso una storia più che soddisfacente, divertente e abbastanza intrigante (l'ho letta tutta d'un fiato, dopo aver ammucchiato le varie uscite per un anno intero!).
A parte forse un paio di albi non ho trovato particolari pecche ed anche i vari disegnatori che si sono succeduti si sono dimostrati all'altezza, chi più chi meno.
Certo, alcuni personaggi non erano per niente convincenti, ma tant'è.

Interessante, piuttosto, l'idea di far uscire un nuovo volume a serie terminata per colmare i (diversi a dire il vero) spazi narrativi lasciati aperti con l'aggiunta di testi e immagini a raccontare la genesi e l'evoluzione della saga.
Esperimento decisamente non bonelliano ma da promuovere a scatola chiusa.
L'albo in questione arriverà in edicola il 9 settembre.

VOTO : 7 1/2

GOTHICA




Ennesima storiella di discreto livello del bimestrale di casa Bonelli con (solito) colpo di scena finale, qui però forse un po' troppo affrettato.
Storia comunque dignitosa ed accettabile.
I disegni di Viglioglia al contrario non sono eccezionali, anzi, soprattutto nelle fisionomie dei personaggi (certo che detto per una storia come questa... chi la leggerà capirà).

VOTO : 7--

P.S. : A PARTIRE DA OGGI IL MIO BLOG SARA' UN MEZZO DI INFORMAZIONE PERSONALE CHE RIGUARDERA' TUTTE LE MIE SCOPERTE, LETTURE, VISIONI, ESPERIENZE (COME POI, IN FIN DEI CONTI, UN BLOG DOVREBBE ESSERE).
BREVI BREVISSIME RECENSIONI/COMMENTI DI TUTTO QUELLO CHE MI CAPITA DI INCOCCIARE DURANTE LE MIE GIORNATE (E CHI MI CONOSCE SA CHE SARA' ABBASTANZA IMPEGNATIVO), CON VOTO FINALE.
INSOMMA, PIU' POST, MENO LUNGAGGINI (ANCHE IN QUESTO CASO CHI MI CONOSCE STORCERA' IL NASO, CREDO...).
ASPETTO VOSTRI COMMENTI.

BELLO

E' uscito il trailer di The Walking Dead", serie tv tratta da un fumetto di Kirkman di cui avevo già accennato.
Lo trovate qui.

VOTO HYPE : 9+

martedì 10 agosto 2010

CHIAMALA COME VUOI, E' PUR SEMPRE UNA MONTAGNA...


Bell'articolo ieri su Repubblica sulla nuova traduzione del famoso romanzo di Thomas Mann. Come ormai noto, infatti, ad ottobre uscirà per I Meridiani Mondadori una nuova versione del romanzo che noi tutti abbiamo sempre conosciuto come La Montagna Incantata, che in Italia abbiamo sempre chiamato così perché quando arrivò per la prima volta nel '32 fu tradotto con questi termini. Punto.
La traduzione giusta, però, era La Montagna Magica e così verrà chiamato a partire da ottobre del 2010. Ok.
Ora, la discussione può sembrare decisamente sterile, soprattutto in considerazione del fatto che si sta parlando di un noioso romanzone invecchiato malissimo di cui al massimo ti fanno leggere qualche capitolo in tedesco se sei uno studente della lingua germanica (mio caso, brutti ricordi, due palle...).
Ma quello della traduzione dei titoli di opere straniere è universalmente un problema serio, al quale mi viene spesso spontaneo prestare qualche fugace pensierino, soprattutto perché tracima nella più abbietta amoralità nel campo della distribuzione cinematografica (campo che io amo particolarmente).
Ora, non è a mio avviso particolarmente importante se l'ultimo film con Jennifer Lopez venga distribuito in Italia con l'improbabile titolo "Piacere, sono un po' in cinta" (originale "The Back-Up Plan"...), oppure che il normale "Home Alone" sia diventato "Mamma ho perso l'aereo" (?!?) o "L'Attimo Fuggente" era in originale "Dead Poets Society" (e chi ricorda il filmetto con Robin Williams non può non arricciare, quantomeno, il naso, interdetto); ma quando un grandissimo film, un capolavoro assoluto come “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” viene tradotto "Se mi lasci ti cancello", allora non ci sto, l'incazzatura va alle stelle!
Come si sa, il titolo originale riprende un verso di un poema di Alexander Pope (e letteralmente andrebbe tradotto come "l'infinito splendore della mente immacolata"), e fu evidentemente tradotto in tutt'altro fantasiosissimo (?) modo per invogliare furbamente una fetta di pubblico il più abbondante possibile vista la presenza nel film di Jim Carrey, spacciando così uno dei film intellettualmente più intensi degli ultimi anni come una commedia scopereccia alla "American Pie" (ecco, a pensarci in questo caso almeno il titolo è rimasto come in originale!)...
Ricordo benissimo come tantissima gente, durante la proiezione, se ne andò sbraitando contro lo schermo: erano andati a vedere un film con un comico e si dovevano sorbire 'sta mattonata? Vi lascio immaginare le scene...
Un giorno, forse nemmeno troppo lontano, tutto questo finirà, lo so, l'Italia tornerà ad essere un Paese culturalmente importante. Ma in attesa che questo succeda continuiamo a sorbirci queste nefandezze!

P.s.: a tal proposito (come si suol dire, non c'entra ma c'entra...) nel doppiaggio (altra orribile amenità tutta italica, brrrr...) se ne vedono anche di peggio: guardatevi una puntata di True Blood su Fox e poi godetevela in lingua originale (come andrebbe fatto, sempre!): meglio soprassedere.

giovedì 5 agosto 2010

OLLY MOSS




Olly Moss è un giovanissimo artista grafico inglese che sconvolge per arguzia e sensibilità artistica.
E' una specie di Bucchi cool.
Sul suo sito potete ammirare diverse sue creazioni, una più gustosa, colta e intelligente dell'altra.
Tra le mie preferite, le tre che potete ammirare qui: capito il tipo?

mercoledì 4 agosto 2010

IN RISPOSTA AD UN POST DI ROBERTO RECCHIONI


La scorsa settimana mi sono capitati due episodi di banale quotidianità che però mi hanno fatto riflettere. La mattina ho assistito “in diretta” ad un incidente tra una BMW nuova di zecca e un vespone: avendo visto tutto molto chiaramente ho potuto constatare che il tipo alla guida del macchinone stava parlando al cellulare senza auricolare proprio nel momento in cui aveva preso la poco intelligente decisione di fare inversione a U su una strada a doppio senso di marcia, particolarmente trafficata e con una bella doppia riga continua di mezzeria sull’asfalto. Il botto col povero motociclista è stato inevitabile. Per fortuna non è successo niente di grave, se non fosse che il proprietario della BMW (che era, come io ben sapevo, chiaramente in torto) ha cominciato ad inveire contro il tipo sul vespone, che nel frattempo se ne stava mogio mogio a controllarsi una bella escoriazione sull’avambraccio. Il tipo della BMW era uguale a Alfano (come c’aveva ragione Totò, su Uomini e Caporali, quando sosteneva che i prepotenti, i padroni, i disonesti, i caporali insomma c’hanno tutti una faccia…), il “ministro” della giustizia (un politico talmente anonimo che la maggior parte degli italiano è convinta faccia Lodo di nome): vestito su misura, Rolex, mocassini blu metallico. Il tipo sulla Vespa era invece un signore tranquillo, pacato, sui 40 anni, vestito un po’ da fricchettone e di una gentilezza squisita. Nonostante fosse stato investito dal “nuovo barbaro” (per dirla con rrobe), se ne stava lì ad ascoltarlo silenzioso, guardandomi di tanto in tanto in cerca di un cenno di approvazione che da parte mia arrivava ogni volta puntualissimo. Dopo aver fatto sbraitare il povero pazzo, ci siamo messi a compilare il cid e, con un altro tipo, abbiamo testimoniato sulla dinamica dell’incidente (quindi immagino che il criminale si attaccherà allegramente al cazzo, stavolta). Altro episodio che mi è capitato tipo il giorno dopo è stato con una mia conoscente, Laura, ragazza madre di nemmeno 25 anni, disoccupata che vive ancora a casa coi genitori (col papà a sua volta senza lavoro), elettrice/sostenitrice del Berlusca. Si parlava di cazzate, anche con altre persone, quando a un certo punto, non ricordo nemmeno perché, me ne sono uscito col citare un libricino che stavo leggicchiando in quei giorni, “Le multe agli operai” di Lenin. Non l’avessi mai fatto: Laura ha cominciato a sputarmi addosso di tutto, dove “comunista di merda” era diventato un simpatico intercalare tra un grazioso “vaffanculo” e un dolce “non capisci un cazzo”. La sua linea era, stranamente, chiarissima: lei voleva semplicemente esprimere tutto il suo dissenso assoluto verso di me, o meglio verso quelli come me, “colpevoli” ai suoi occhi di avere una vita tranquilla, una bella compagna, un appartamento accogliente (dove viviamo senza figli…), una macchina costosa, e di starsene lì a fare i sofisti senza trovare soluzioni pratiche (a differenza di “Lui”) e fraintendendo nella mia pacatezza e gentilezza una falsità che non può essere altra, diversa da così, che non può essere assolutamente gentilezza pura e semplice, disinteressata.
Alle sue parole velenose, forse per vigliaccheria nascosta da cordiale buon senso, non ho saputo controbattere.


Alla fine è la quotidianità con la quale dobbiamo confrontarci, che ci fa capire davvero com’è la (schifosa) situazione.
E’ vero, Berlusconi ce lo meritiamo, “lo abbiamo chiesto noi (o almeno la metà di noi +1)”, ed è vero anche che è “espressione della volontà popolare”, plasmata da lui con trent’anni di imbarbarimento culturale, come dice giustamente RRobe (e come illustra abbastanza bene Gandini in Videocracy).
Però forse non ci rendiamo nemmeno tanto conto di quanto questo imbarbarimento sia stato profondo: non ci ricordiamo più quanto fossero cazzuti gli operai una volta, di quanto fosse consapevole di sé e compatta la classe operaia, il proletariato: un operaio di trent’anni fa, a sentirlo parlare oggi su quei vecchi filmati delle teche Rai oppure nel film La Cosa di Nanni Moretti (che comunque è “solo” di vent’anni fa), fa un effetto straniante, è allucinante quasi più di un film di Cronenberg.
Oggi gli operai votano Lega. Oppure Fini.
E’ questo che più di tutto mi fa incazzare, se poi soprattutto confronto quel "prima" ai nostri tempi, constatando la prepotenza volgare di oggi e la deficienza (nel senso proprio del termine) di tanta gente.
E quindi mi dispiace ma in conclusione non posso non odiare con tutto me stesso la sinistra italiana tutta: perché in trent’anni ha permesso tutto questo, ha sputtanato tutto, ha perso contatto con la realtà: Berlusconi sarà pure il capo dei barbari, ma non sono state proprio erette mura di difesa…
E’ come dice Luttazzi: un bel giorno abbiamo deciso di metterci comodamente a pecora per farci inculare ben bene. E la cosa simpatica è che ce piace pure.
Siamo nella merda e a ‘sto punto non ci resta che restare disperatamente a galla.
E sinceramente io mi faccio più schifo di tutti.

domenica 1 agosto 2010

LA SERIE PIU' ATTESA


A ottobre su Fox (canale di Santa Sky) arriva The Walking Dead.
Ora, forse voi non lo sapete, ma io amo gli zombie (di cui posterò qualcosa quando avrò 10 minuti 10 da dedicare alla robba seria, veramente seria...) e credo che, attualmente, l'opera di riferimento sia il fumetto di Robert Kirkman, da cui è appunto tratta questa serie che uscirà in autunno.
L'hype è alle stelle, anche perché il primo video presentato alla Comicon di San Diego è molto molto interessante...

L'INQUADRATURA E IL PUNTO DI VISTA






Alex Katz.
Bello l'articolo di Achille Bonito Oliva su Repubblica di sabato.

giovedì 17 giugno 2010

CHRONICLES OF WORMWOOD




C'è questo tizio, un produttore di show televisivi.
Ama la sua ragazza ed il suo migliore amico è un coniglio parlante che passa le giornate a bere e sfottere appassionati/esaltati di Star Wars o Lost in rete.
Un altro carissimo amico del tizio (il produttore, non il coniglio) è un fricchettone che passa le giornate in un baretto di periferia a bere Guinness e fissare un punto indefinito del locale (durante una manifestazione a L.A. è stato manganellato sulla testa da un celerino e da allora non connette più come dovrebbe).
Il tizio (sempre il produttore) ha un potere speciale che però non può usare più di una volta al giorno; questo potere gli permette di fare tutto quello che vuole, come per esempio scambiare il naso con una parte anatomica fondamentale per i maschietti situata sotto la cintola e viceversa ad un tipo talmente arrogante da meritarsi una punizione del genere (e andarsene così in giro col pisello in faccia).
Il tizio poi (il produttore, non naso di c@#]o) se ne può andare anche in giro per il Paradiso o l'Inferno quando e come gli pare.
Un Paradiso e un Inferno "leggermente" diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare, dove possono succedere cose un po' strane solo per un piccolo errore di interpretazione (come si può vedere dalle vignette qui sopra).
In questo mondo può capitare poi che il Papa sia un bastardo australiano amante della birra le anfetamine e il sesso sfrenato e orgiastico (che viene dopo "quel rincoglionito di un polacco e quello stronzo di un tedesco") e sia amico del Diavolo oppure che Giuda Iscariota tenti disperatamente di comprare qualcosa in un sexy shop senza riuscire a spacciare come buoni i suoi "sporchi" denari o ancora che Giovanna d'Arco adori farsi maltrattare sessualmente da un maiale inglese come il tizio di cui sopra (il produttore, ricordate?) e così via.
D'altra parte è un fumetto di Garth Ennis, quindi...
Ah, dimenticavo: il tizio è l'Anticristo e il suo amico sbarellato bevitore di Guinness Gesù Cristo. Li unisce il fatto di aver mandato a fanculo i loro papà e di aver deciso di lasciare in pace il genere umano.

Fumetto strepitoso.
Costa 13 euro e in Italia lo pubblica Edizioni BD.
Da comprare assolutamente.

martedì 15 giugno 2010

LA DIFFERENZA DI RAJON RONDO




Gara 5 è stata una partita bellissima.
Dopo le prime 4 sfide schizofreniche e indecifrabili è arrivata questa gara giocata ad altissimi livelli per tutti e 4 i tempi.
Chi ha visto Boston-Lakers l'altra sera sa bene infatti che è stata molto più dell'ingannevole 92-86 dello score finale.
I Celtics hanno difeso da par loro, con un mostruoso Kevin Garnett (ma quanto è forte, dio santo!) a spadroneggiare nella sua lunetta stoppando palloni su palloni a "giocatorini" tipo Pau Gasol (comunque assolutamente assente in quest'ultima partita) ed hanno avuto un grande Pierce (27 punti) ed un Allen molto competitivo.
Insomma, con i Big Three in gran spolvero per i gialloviola è particolarmente difficile giocarsela.
Anzi contro IL gialloviola, visto che la squadra è come al solito soprattutto Lui, Kobe, mostruoso ancora una volta (tanto per cambiare). Una statistica su tutte: nel terzo quarto 19 punti di fila con un clamoroso 7/7 dal campo (e un paio di bombe a infiocchettare il tutto), unico (si, unico) Laker a segnare in questo periodo.
Mostro.
Ma non basta, soprattutto quando Gasol non esce dagli spogliatoi e Derek Fisher non ripete le ultime (incredibili) prestazioni.
Ma anche in questa partita, però, secondo me i Celtics hanno vinto grazie alle "seconde linee": tanto furono importanti i vari Davis e Robinson in gara 4 quanto è stato imprescindibile Rajon Rondo in questa.
E' questa la grande forza dei bianco verdi; avere gente così (oltre ai Big Three): Rondo è il campione aggiunto, ormai definitivamente il Grande Quarto di una squadra che presumibilmente andrà a vincere un anello probabilmente più che meritato.
Chi vivrà vedrà.
Alla prossima.

giovedì 10 giugno 2010

SEMPRE MALE




Comincia a diventare una polemica importante e interessante quella sulla resurrezione de Il Male.
Qui il grande Gipi dice la sua mentre qua potete trovare un'altra bella riflessione.

QUANDO NON CE N'ERA PER NESSUNO




C'è stato un tempo, che sembra lontanissimo, in cui gli italiani facevano i film più belli del mondo.
Abbiamo rivisto ieri notte su Sky Il Bell'Antonio e siamo rimasti ancora una volta storditi dalla sua abbacinante bellezza.
Le tematiche, la fotografia, gli attori, la messa in scena.
Tutto incredibile.
Così come sono incredibili La Dolce Vita, Mamma Roma, La Strada, L'Avventura...
Ma poi cos'è successo esattamente?
Muccino, Ozpetek, Faenza...

Evidentemente C'Eravamo Tanto Amati ma poi Tutti a Casa.
Che tristezza.

NON VA BENE...




Fino a ieri non aveva replicato alle accuse di plagio...
Oggi ha scritto questo sul suo blog.
Io sinceramente non so che dire ne che pensare.

martedì 8 giugno 2010

IL MALE TORNA. W IL MALE.



A quanto pare, quindi, Il Male torna.
Bella notizia.
Però andatevi a leggere questa cosina qui.
Così, per correttezza.

COMPARAZIONE DA FINE SETTIMANA





Nel weekend con Vale abbiamo visto due film di cui vale la pena spendere due parole: The Road e Valhalla Rising.
Prima di tutto i film sono entrambi molto belli.
The Road è tratto dal romanzo del sommo Cormac McCarthy (anche se porca miseria andare oltre pagina 6 del suo ultimo Suttree è praticamente impossibile, provare per credere!) ed è una degna trasposizione di un romanzo così importante.
Il secondo è un'interessantissima opera (sperimentale) autoriale slasher splatter con i vichinghi (!?!).
Ma la particolarità che più mi ha incuriosito della visione è stato l'elevato numero di elementi in comune dei due film, incredibilmente e sorprendentemente così vicini tra loro da sembrare uno l'epigono dell'altro.
Al centro della storia di entrambi, infatti, c'è il viaggio e la metafora dello stesso.
Un viaggio in un mondo che sembra immenso lontano ostile e indifferente in tutte e due i film, dai paesaggi spaventosamente maestosi e impietosi.
Ma anche un viaggio dei personaggi dentro loro stessi, alla ricerca dell'umanità, il coraggio, il sapere, Dio.
Il viaggio poi lo intraprendono un uomo coraggioso e un bambino sia in The Road che in Valhalla Rising, liberati tutti e due da una condizione di impotenza fisica e/o mentale che li porterà entrambi alla salvifica liberazione finale.
Entrambi i film, poi, giocando di sottrazione, riescono ad essere di una violenza mai così pura e "giusta": angosciante, agghiacciante, spaventosa ma finanche corretta con lo spettatore e le (durissime) tematiche affrontate.
Certo, Valhalla rimane più un film sperimentale e la sua insistenza potrà far storcere la bocca (forse giustamente) a molti: ma il suo coraggio, di sguardo e sacralità dei corpi degli attori, è assoluto e oggettivamente ineccepibile.
E lo stesso comunque vale anche per The Road.
Se poi pensate che i due splendidi protagonisti sono entrambi danesi (Viggo Mortensen è nato a NY ma lo è d'origine mentre il fantastico Mads Mikkelsen/Le Chiffre è proprio di Copenhagen) allora il cerchio si chiude...
Chi l'avrebbe mai detto.
Bei film, entrambi da 8 pieno.

LA BELLEZZA NELLE PICCOLE COSE




A volte, inaspettatamente, le emozioni più genuine arrivano così, imprevedibili, senza che ci avresti scommesso due lire due.
Come mi è successo col primo numero di Pinkerton S.A., la nuova miniserie di Andrea Aromatico (cocreatore di Nemrod) oppure col giochino (5 € su Playstation Store) de I Coloni di Catan ridotto in versione tecnologica.
Il fumetto si è rivelato una piacevolissima sorpresa per la scorrevolezza della narrazione, il coraggio del linguaggio usato, i personaggi originali e convincenti e per gli ottimi disegni di Giuseppe De Luca: bravissimo.
Il videogioco dei Coloni invece è "semplicemente" I Coloni di Catan, quando vuoi come vuoi senza dover apparecchiare e stare attenti alle pedine delle strade delle colonie o i gettoni sugli esagoni.
Semplicemente quintessenza di divertimento ludico a livello parossistico.
Niente da fare: le cose migliori sono quelle che ti sorprendono così, senza avvisi e fanfare dalle retrovie.

mercoledì 2 giugno 2010

IO SONO LA GOMMA...

... tu la colla.
E chi vuole capì capisca.

BELLA NOTIZIA...


Qui potete leggere una recensione che mi fa felice, presa dal sito più cattivo e spietato che c'è.
Se il buongiorno si vede dal mattino...

martedì 25 maggio 2010

QUANDO IL PAPA SI MISE A SCRIVERE L'ULTIMO EPISODIO DI LOST



Attenzione spoiler!!!



E così, dopo sei anni, Lost è finito.
In molti sostenevano che la fine sarebbe stata deludente: non poteva essere diversamente, dicevano, per via dei troppi elementi enigmatici di cui erano stati infarciti gli episodi di queste sei lunghe stagioni.
Alla fine, è andata proprio così: finale deludente e, tra l'altro, ipotizzato già da diverse persone a metà della prima stagione, quando erano in molti a vedere nell'isola il paradiso o il purgatorio o comunque immaginavano i personaggi morti (e inconsapevoli di questo, tipo Fassino).
Non è andata proprio esattamente così, ma quasi.
Cerchiamo perciò di tirare le somme e stabilire (o almeno provarci) come è esattamente finito Lost.
Innanzitutto, il padre di Jack si chiama Christian Shephard, ovvero "pastore cristiano": non ci avevamo mai fatto caso ma ce lo fa notare subito subito Kate, accendendoci un (brutto) segnale in testa che ci fa presagire a una svolta "mistica" che si cominciava comunque a subodorare già dall'inizio di questa stagione.
Jacob e l'Uomo Nero, la fonte di luce al centro dell'isola, i rapporti tra i personaggi: tutto cominciava ad avere un senso (diciamo così), ma la nuova dimensione provocata dall'esplosione atomica continuava a farci porre diversi (troppi) quesiti: cosa diavolo stavano facendo a Los Angeles Sawyer/sbirro, Ben/professore, Jack/padre...?
Alla fine una vera spiegazione non è arrivata.
Ok, abbiamo capito che sono morti tutti; non insieme ma ad una certa distanza l'uno dall'altro (visto che "lì" dove si incontrano alla fine, consapevoli della loro nuova condizione, il tempo non esiste).
Jack muore pugnalato dall'Uomo Nero sull'isola dopo essere riuscito a salvarla rimettendo a posto un tappo (?!?), Hugo diventa il nuovo guardiano e sceglie Ben Linus come aiutante e si suppone i due abbiano vissuto insieme sull'isola chissà quanto tempo ancora prima di morire (come si dicono alla fine complimentandosi tra loro per essere stati un ottimo numero due e un bravo numero uno), Kate Sawyer il cinese Richard Claire e Burt Reynolds dei poveri riescono davvero a lasciare l'isola (come vede sereno Jack prima di spirare)per continuare la loro vita prima di morire anche loro chissà quando, Sayid Jin e Sun erano già morti nell'esplosione del sottomarino e così via.
Si ritrovano quindi in una chiesa chiaramente cattolica (anche se piena di simboli di quasi tutte le religioni più popolari) e guidati dal "buon pastore" Christian(o) (ricordiamolo, ubriacone menefreghista egoista e anche un po' figlio di puttana...) si inebriano sereni della luce presumibilmente divina che li investe dolcemente: insomma, vanno in paradiso (e non a caso Ben rimane fuori, in una sorta di purgatorio visto che non è stato poi così buono...).
Il tutto condito da forti stimoli salvifici e glorificazioni del perdono.
Una visione cattolica tout court che potrebbe risultare indigesta a qualcuno e decisamente inaccettabile.
Soprattutto perché lascia insoluti troppi quesiti, alcuni obbiettivamente importantissimi: l'isola, per esempio, che cosa è esattamente?
Chiaro il discorso del forte elettromagnetismo con Desmond immune ai suoi effetti, se vogliamo anche accettabile il "tappo" (nonostante le inevitabili striscianti ilarità che può aver provocato), ok la luce.
E poi va bene anche la mancata spiegazione sulla popolazione autoctona dell'isola (sono abbastanza chiaramente atlantidei, almeno così mi piace immaginarli, vista la statua e la lingua che parlano su un'isola presumibilmente del Pacifico); ma i numeri (quelli della botola, la lotteria...), gli orsi finiti da un'isola all'altra, la vera "essenza" dell'isola"?
Ancor più deprecabile la mancata spiegazione sull'altra dimensione che si trovano a vivere i personaggi dall'inizio della sesta stagione: alla fine è tutto un sogno di Jack? Sono le loro speranze, quello che avrebbero voluto essere?
Nessuna delle due, evidentemente.
Ma perché Desmond sa tutto e sembra ben consapevole anche la mamma del pazzo fisico/pianista?
Insomma, dai, ammettiamolo: hanno fatto un gran bel casino!
Lost resterà ovviamente come una delle serie televisive più belle della storia (per me, forse, la migliore in assoluto): ma il finale è stato scialbo, superficiale, affettato.
Un peccato: non basta far chiudere un occhio ad un uomo su una spiaggia dopo che sei anni prima si era cominciato con l'occhio dello stesso uomo sulla stessa spiaggia che si spalancava interrogativo.
A me sa un po' de presa per culo. E scusate il francese.

domenica 23 maggio 2010

SPECIAL ONE




Mamma mia quanto mi mancherà!
L'unico grande Special One.

mercoledì 12 maggio 2010

IRON MAN 2




Il progetto Vendicatori prosegue spedito.
Il film col più alto tasso di attesa mai immaginato sembra ben preparato, come dimostra definitivamente questo più che discreto Iron Man 2.
Per gli aficionados Marvel, infatti, sono evidenti le trame indirizzate al film sul supergruppo, non solo per Nick Fury o una (inutile scialbissima irritante) Vedova Nera, ma anche e soprattutto per un finale (dopo i titoli di coda) assolutamente imperdibile e finanche necessario, soprattutto se avete letto una certa serie di un certo Straczynski su un certo tipetto che era creduto morto...
Non uscite dalla sala fino all'ultimo, mi raccomando (io e Vale eravamo gli ultimi due rimasti a vedere la scena aggiuntiva...)!
Per il resto il film, come detto, è carino.
Non molto bello come il primo ma comunque riesce nel difficile intento di mantenere quello stesso tono, dove il supereroe cerca anche disperatamente di convivere con i suoi superproblemi come noi lettori siamo abituati a vedere da decadi.
Robert Downey Jr., manco a dirlo, è il più fico di tutti: è superfluo stare qui a ribadire che lui è Tony Stark come nessun altro, ad oggi, è mai stato interpretando un personaggio tratto da un fumetto.
Il Whiplash di Mickey Rourke è ben realizzato: fa paura pena e compassione allo stesso tempo, grazie al make-up ottimo (ah, quelle unghie!) e, ovviamente, le indiscusse capacità interpretative dell'attore. Peccato, forse, come nota giustamente Vale, che certi aspetti del personaggio rimangano un po' troppo in secondo piano.
Ottima, forse ancor meglio che nel primo film, la Paltrow: tra lei e Downey Jr. c'è una chimica che traspare da ogni inquadratura che condividono.
La Vedova Nera mi fa schifo come l'attrice che la "fa".
Grande l'Hammer di Sam Rockwell, come era d'altronde prevedibile.
La storia è abbastanza simpatica, a parte qualche passaggio a vuoto e l'inutile riempitiva presenza della Romanoff (che ve posso fa, non m'è piaciuta proprio!).
In definitiva un buon film, da vedere.
Soprattutto per la scena dopo i titoli: uno zuccherino che addolcirà la serata di ogni Marvel fan...

CIAO FRANK



Ho sempre identificato nella mia immaginazione il fantasy col tratto di Frank Frazetta.
Ricordo che da bambino avevo un album con diverse sue illustrazioni (ah, a sapere che fine ha fatto!), soprattutto con ambientazioni sword and sorcery e tanta tanto Conan: me ne stavo lì ore a sfogliare quelle pagine col panino olio e sale di nonna a mezz'aria a fantasticare chissà cosa...
Ancora oggi, comunque, credo che Frazetta sia stato uno dei più grandi disegnatori/illustratori del Novecento; nessuno come lui riusciva ad essere potente e raffinato, elegante e carnale, cupo e luminoso.
Quando papà mi porto a vedere il Conan di Milius col governatore della California in testa mantenevo ben salde le immagini del mio album, che ormai conoscevo a memoria.
Devo dire che quel film fu un'esperienza anche per questo motivo e ne mantengo ancora oggi vivido il ricordo.
Perciò grazie, Frank.
Mi mancherai.

venerdì 30 aprile 2010

E' UGUALE!




Sputato!
Figata.

REMAKE REMAKE





Ma dai, perché non ammetterlo: l'orignale era una fregnaccia clamorosa che non faceva nemmeno ridere per il ridicolo (molto meglio Tromeo and Juliet, in tal senso, sempre per rimanere nell'ambito Troma), ma è passato alla storia come trash movie per eccellenza.
Ma venire a sapere che sarà realizzato il remake di Toxic Avenger è una delle notizie più sorprendenti della settimana... sopratutto se si considera che il film vedrà il nostro eroe (?!) come beniamino ambientalista (??): niente uccisioni a sdrufolo quindi e probabilmente nemmeno tanto sangue, visto che il film dovrebbe uscire come PG13, ovvero adatto ad un pubblico di infanti...
Ma che senso ha tutto ciò?
L'originale, comunque, era davvero una boiata inguardabile.
Confermo.

martedì 20 aprile 2010

DAN THE MAN

Un grazie a Federico per avermelo mandato.
Davvero spassoso.

mercoledì 14 aprile 2010

SEMANTICA

Probabilmente lo avete già visto (in tv ad esempio l'ho beccato in una delle ultime puntate dell'imperdibile Senza Censura su Current), ma io ve lo linko lo stesso perché credo che certe cose valgano più di mille parole.
Poche, sinceramente, ma ci sono.
E perché quando ci riempiamo la bocca di belle parole contro le guerre in realtà non focalizziamo il vero significato di quest'obrobrio: perché la guerra è una merda, uno schifo, il peggio del peggio.
La guerra è (anche) questo.

domenica 11 aprile 2010

CATTIVISSIMO ME

Divertentissimo.
Qui e qui potete vedere un po' di trailer.

OK. MA QUANDO ESCE?!?

Che Preacher sia uno dei fumetti più divertenti e intelligenti della storia è scontato.
Di un film tratto da questo capolavoro si vocifera da sempre (ricordo che tempo fa, con mio sommo giubilo, annunciarono un progetto di serial tv tratto dal fumetto di Garth Ennis prodotto nientepopodimeno che dalla hbo!), ma mai niente.
Ultimamente era uscita la notizia che Sam Mendes sarebbe stato il regista del film di Preacher e che fosse già pronta una sceneggiatura...
Ieri, invece, è stato reso noto che Mendes sarà il regista del prossimo 007. Quindi, ciccia.
Due cose: Mendes come regista di 007 non ce lo vedo proprio (ma sicuramente mi smentirà clamorosamente); il film di Preacher è assolutamente necessario, ma quando diavolo uscirà?

mercoledì 7 aprile 2010

HARRY MOON

E così la Planeta ci prova col bonellide.
Visti gli ultimi tentativi (Nemrod, Khor, Cornelio, Trigger, Rourke, John Doe e compagnia bella e brutta) di varie case editrici, ero abbastanza spaventato da questa nuova uscita, anche perché non ho mai amato Memola e soprattutto perché a suo tempo, anni fa, avevo comprato il numero zero dedicato a questo personaggio (un volume di grande formato che uscì per i tipi di 001 edizioni), senza trovarlo particolarmente interessante (anzi, ricordo che lo trovai confusionario anzichennò).
E invece... sorpresa!
Il numero 1 di Harry Moon mi è piaciuto parecchio.
Sia chiaro, non è niente di troppo innovativo o geniale, ma è dannatamente divertente.
Con quei disegni un po' così alla fumettaccio anni settanta e l'intreccio che scorre via senza un attimo di sosta e poche pretese mi ha improvvisamente catapultato a qualche anno fa, quando leggere un fumetto significava davvero evadere per una ventina di minuti.
E di questi tempi non è poco, fidatevi.
Aspetto piacevolmente la seconda uscita e spero sinceramente mantenga questi livelli.
Brava Planeta (e meno male che stavolta errori ortografici o grammaticali saranno impossibili, visto che si tratta di un fumetto italiano...).

SE STAMO SEMPRE A LAMENTA'...

... ma in fin dei conti non è stata una brutta decade cinematografica, dai.
P.s.: visti tutti?

mercoledì 31 marzo 2010

POPOLO SOVRANO

Nonostante la recessione, la crisi economica, la sempre più diffusa povertà.
Nonostante le escort e Noemi, le bugie sulla monnezza di Napoli, le bugie sulle case de L'Aquila, Bertolaso, gli attacchi alla magistratura, l'esplicita arroganza nel voler volutamente ignorare le basi della democrazia come la divisione dei Poteri, il caso Mills, Minzolini, Feltri 007, la Mondadori, l'agonia acchittata a tavolino della Rai, Gasparri (dio mio, Gasparri!), le sentenze sul G8 di Genova, i politici collusi con la mafia, le battute sulla Bindi e Mercedes Bresso, l'icapacità aritmetica nel vedere un milione di persone in una vaschetta con appena 60 mila pescetti, i discorsi alla Duce, i ministri che prendono per il colletto i giornalisti freelance e li "invitano" ad uscire dalle conferenze stampa, il controllo della Polizia, la stampa internazionale che ci ridicolizza continuamente, la bellissima "Raiperunanotte".
Nonostante tutto questo, e altro ancora, il Popolo Sovrano ha deciso di nuovo.
Di mettersi prono e attendere masochisticamente.

"C'è una grande differenza tra una prostituta e certi giornalisti: ci sono cose che una prostituta non fa".
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile".
Disprezzare un farabutto rende giustizia agli onesti.

Resistere. Resistere.

lunedì 29 marzo 2010

BAKUMAN


In realtà i manga non mi sono mai veramente piaciuti, anche se, ovviamente, ne ho letti a tonnellate.
Ma questo degli autori di Death Note non è male, soprattutto perché tratta un tema poco sviluppato come quello della realizzazione di un fumetto.

A tal proposito, ho letto su afnews che il prossimo libro di Alfredo Castelli è "dedicato alla presenza dell'autore di fumetti nella fiction, dal cinema alla televisione, dalla narrativa al fumetto, alla radio eccetera".
Titolo "Fumettisti d'Invenzione".
Scommetto che è da non perdere, come tutti i saggi dell'ideatore di Martin Mystere.



SO LONG, DICK.

DICK GIORDANO
1932 - 2010


giovedì 25 marzo 2010

AIUTO!


Non riesco a smettere!
Che tu sia maledetto, Richard Garfield!

P.s.: comunque sul Live c'è gente veramente forte a Magic, li possino!