giovedì 26 agosto 2010

THE BOX




Necessaria (e stupefacente) premessa: io non ho mai visto Donnie Darko.
Detto questo (e aggiungendo che recupererò presto), ammetto che questo film dello stesso regista, Richard Kelly, mi è piaciuto molto.
D'altra parte le premesse c'erano tutte, visto che è pur sempre un film tratto da un racconto dello stupefacente Richard Matheson (Button, Button del 1970).
Non ho letto il racconto ma so che la trama di quest ultimo è molto più semplice (e alla fine è la moglie che, spazientita dalla debolezza del marito, decide di premere il pulsante, condannando il marito stesso: evidentemente non lo conosceva come credeva... situazione per altro citata/omaggiata en passant nel film).
Forse Kelly strasborda un pochino ma, accidenti, lo fa con stile!
Anni '70 ricostruiti benissimo, atmosfere sempre elettrizzanti (nonostante poi, in fin dei conti, non succeda granché), meccanismi interessanti.
Il film, come dice Matteo Bittanti (sua recensione sull'ultimo numero de I Duellanti) più che un film "da vedere" infatti è un film "da interpretare": un David Lynch meno smaliziato e sadico ma molto più divertente.
Le tematiche care a Matheson ci sono tutte, in primis la dabbenaggine maschile rispetto alla risolutezza e al coraggio femminili: l'eccessiva ingenuità o, se vogliamo, sciocca credulità del marito in fin dei conti condanneranno inesorabilmente la coppia ancor più della decisione di lei (ovvio richiamo, comunque, alla figura di Eva e alla metafora del frutto del peccato).
A proposito di religione, poi, soprattutto il finale è esageratamente sopra le righe: tra gli alieni e la filosofia teologica (molto spicciola) bisogna ammettere che il regista si è lasciato troppo andare, ma lo ha fatto con talmente tanto coraggio da meritarsi un bell'applauso.
Attori un po' cani, e mi dispiace perché sia Cameron Diaz che James Marsden mi stanno molto simpatici.

VOTO : 8-

MA COSI' MI ROVINO! (E VALE MI CACCIA DI CASA...)



Ma come si fa a non bramare, comprare, possedere una magnificenza del genere?
Certo che però tre piotte sò tre piotte, eh?
Nel frattempo andatevi a vedere qui un po' di video.

VOTO HYPE : N.G.

MOHICAN























Bellissimo albo a fumetti.
Non a caso scritto da Paolo Morales e disegnato dal magnifico Roberto Diso.
Storia stupenda che può essere tranquillamente accostata a qualsiasi altra uscita nell'ultimo anno nel mercato francese o americano.
Meravigliosa dall'inizio alla fine, con dei momenti addirittura indimenticabili.
Ti fa venire venire una voglia incredibile di leggere il romanzo di James Fenimore Cooper (o quanto meno di rivedere il capolavoro di Michael Mann).
Niente da dire: Romanzi a Fumetti è un'uscita imperdibile (questo era il quarto numero, dopo Dragonero, lo stupefacente Gli Occhi e il Buio e Sighma).

Ammirare di nuovo delle tavole di Diso immalinconisce terribilmente, però: non riesci a non pensare al suo Mister No e a quei pomeriggi piovosi in cui ti tuffavi a leggere le sue storie ammazzoniche tra farabutti e dark ladies terribilmente affascinanti... che bei ricordi.
Volume assolutamente imperdibile.

VOTO : 10

GIOVANE MARTY




Ormai leggere Martin Mystère è roba da appassionati.
Da grandi appassionati.
Il personaggio, ahimè, non ha più moltissimo da dare e questo suo cominciare a tirare troppo la corda è esplicitato dal passaggio a bimestrale.
Questo nuovo speciale estivo non è da meno: una storia di un giovane Marty matricola universitaria che si improvvisa (improbabile) detective.
Storiellina trascurabile con qualche momento simpatico.

Eccentrici Visitatori dalla Seconda Dimensione, l'albo in allegato, onestamente, non l'ho capito: nel senso che non ho proprio afferrato la storia.

VOTO : 5-

ZAGOR MON AMOUR



Classica storia di Zagor.
E perciò godibilissima.
Un maxi che si legge di un fiato con pochissimi passaggi a vuoto (forse niente di che le gag di Cico, nonostante sia un albo di Burattini, da sempre tra i migliori nel gestire il messicano).
Bella la new entry del Wonder Circus: sicuramente i suoi personaggi torneranno nella serie.
La storia tra l'altro è impreziosita dai diversi riferimenti storici: tra la figura (che evidentemente non piace all'autore) del presidente Jackson a quella di Alexis de Tocqueville.

Quando leggo storie così di Zagor sono sempre molto felice.

VOTO : 7 1/2

I NUOVI BARBARI



A me Roberto Recchioni piace. Tanto.
Talmente tanto che l'altro giorno, dopo aver letto questa sua ultima storia, gli ho scritto che secondo me dovrebbe essere preso come autore di riferimento dell'indagatore dell'incubo: lui, sorprendentemente modesto, mi ha risposto che su DD ci sono tanti bravi autori e che, comunque, "Tiziano E' Dylan Dog" (testuale).
Tiziano è ovviamente Tiziano Sclavi.

I Nuovi Barbari è una bella storia, con tutti i soliti pregi e difetti dell'autore romano.
Pervicacemente originale, citazionista, sporca, deliziosamente imperfetta con le sue numerose (ma giuste, perché coraggiosamente oneste) imprecisioni formali.
In fin dei conti, ben scritta. Meglio comunque di Mater Morbi, l'ultimo chiaccheratissimo Dylan del Nostro.
Disegni di Bruno Brindisi, manco a dirlo, splendidi e funzionali alla storia.

VOTO : 8

DYLAN DOG COLOR FEST 5



Basta, sinceramente non se ne può più.
Dopo 5 uscite l'esperimento Color Fest è assolutamente da bocciare (e non è solo colpa della quarta uscita, l'albo interamente dedicato all'umorismo, forse tra i più brutti e inutili volumi Bonelli degli ultimi dieci anni): è che proprio è un'uscita che non ha ragione di esistere.
Di nuovo quattro storielline esili esili (anche se comunque di ottimi autori, se non eccezionali: la prima storia per esempio è disegnata da Frisenda), assolutamente deprecabili.
Insulsa addirittura la seconda, Lacrima di Stella.
Spero in Bonelli decidano di sopprimere questa collana, anche se sono particolarmente pessimista a riguardo.
Ovviamente, eccezionale copertina della special guest Milo Manara (anche se, a ben vedere, il suo Dylan ha un'espressione da ebete).

VOTO : 4

GREYSTORM




Arriva a conclusione la nuova miniserie Bonelli, dopo 11 numeri,proprio questo mese.
Nel complesso una storia più che soddisfacente, divertente e abbastanza intrigante (l'ho letta tutta d'un fiato, dopo aver ammucchiato le varie uscite per un anno intero!).
A parte forse un paio di albi non ho trovato particolari pecche ed anche i vari disegnatori che si sono succeduti si sono dimostrati all'altezza, chi più chi meno.
Certo, alcuni personaggi non erano per niente convincenti, ma tant'è.

Interessante, piuttosto, l'idea di far uscire un nuovo volume a serie terminata per colmare i (diversi a dire il vero) spazi narrativi lasciati aperti con l'aggiunta di testi e immagini a raccontare la genesi e l'evoluzione della saga.
Esperimento decisamente non bonelliano ma da promuovere a scatola chiusa.
L'albo in questione arriverà in edicola il 9 settembre.

VOTO : 7 1/2

GOTHICA




Ennesima storiella di discreto livello del bimestrale di casa Bonelli con (solito) colpo di scena finale, qui però forse un po' troppo affrettato.
Storia comunque dignitosa ed accettabile.
I disegni di Viglioglia al contrario non sono eccezionali, anzi, soprattutto nelle fisionomie dei personaggi (certo che detto per una storia come questa... chi la leggerà capirà).

VOTO : 7--

P.S. : A PARTIRE DA OGGI IL MIO BLOG SARA' UN MEZZO DI INFORMAZIONE PERSONALE CHE RIGUARDERA' TUTTE LE MIE SCOPERTE, LETTURE, VISIONI, ESPERIENZE (COME POI, IN FIN DEI CONTI, UN BLOG DOVREBBE ESSERE).
BREVI BREVISSIME RECENSIONI/COMMENTI DI TUTTO QUELLO CHE MI CAPITA DI INCOCCIARE DURANTE LE MIE GIORNATE (E CHI MI CONOSCE SA CHE SARA' ABBASTANZA IMPEGNATIVO), CON VOTO FINALE.
INSOMMA, PIU' POST, MENO LUNGAGGINI (ANCHE IN QUESTO CASO CHI MI CONOSCE STORCERA' IL NASO, CREDO...).
ASPETTO VOSTRI COMMENTI.

BELLO

E' uscito il trailer di The Walking Dead", serie tv tratta da un fumetto di Kirkman di cui avevo già accennato.
Lo trovate qui.

VOTO HYPE : 9+

martedì 10 agosto 2010

CHIAMALA COME VUOI, E' PUR SEMPRE UNA MONTAGNA...


Bell'articolo ieri su Repubblica sulla nuova traduzione del famoso romanzo di Thomas Mann. Come ormai noto, infatti, ad ottobre uscirà per I Meridiani Mondadori una nuova versione del romanzo che noi tutti abbiamo sempre conosciuto come La Montagna Incantata, che in Italia abbiamo sempre chiamato così perché quando arrivò per la prima volta nel '32 fu tradotto con questi termini. Punto.
La traduzione giusta, però, era La Montagna Magica e così verrà chiamato a partire da ottobre del 2010. Ok.
Ora, la discussione può sembrare decisamente sterile, soprattutto in considerazione del fatto che si sta parlando di un noioso romanzone invecchiato malissimo di cui al massimo ti fanno leggere qualche capitolo in tedesco se sei uno studente della lingua germanica (mio caso, brutti ricordi, due palle...).
Ma quello della traduzione dei titoli di opere straniere è universalmente un problema serio, al quale mi viene spesso spontaneo prestare qualche fugace pensierino, soprattutto perché tracima nella più abbietta amoralità nel campo della distribuzione cinematografica (campo che io amo particolarmente).
Ora, non è a mio avviso particolarmente importante se l'ultimo film con Jennifer Lopez venga distribuito in Italia con l'improbabile titolo "Piacere, sono un po' in cinta" (originale "The Back-Up Plan"...), oppure che il normale "Home Alone" sia diventato "Mamma ho perso l'aereo" (?!?) o "L'Attimo Fuggente" era in originale "Dead Poets Society" (e chi ricorda il filmetto con Robin Williams non può non arricciare, quantomeno, il naso, interdetto); ma quando un grandissimo film, un capolavoro assoluto come “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” viene tradotto "Se mi lasci ti cancello", allora non ci sto, l'incazzatura va alle stelle!
Come si sa, il titolo originale riprende un verso di un poema di Alexander Pope (e letteralmente andrebbe tradotto come "l'infinito splendore della mente immacolata"), e fu evidentemente tradotto in tutt'altro fantasiosissimo (?) modo per invogliare furbamente una fetta di pubblico il più abbondante possibile vista la presenza nel film di Jim Carrey, spacciando così uno dei film intellettualmente più intensi degli ultimi anni come una commedia scopereccia alla "American Pie" (ecco, a pensarci in questo caso almeno il titolo è rimasto come in originale!)...
Ricordo benissimo come tantissima gente, durante la proiezione, se ne andò sbraitando contro lo schermo: erano andati a vedere un film con un comico e si dovevano sorbire 'sta mattonata? Vi lascio immaginare le scene...
Un giorno, forse nemmeno troppo lontano, tutto questo finirà, lo so, l'Italia tornerà ad essere un Paese culturalmente importante. Ma in attesa che questo succeda continuiamo a sorbirci queste nefandezze!

P.s.: a tal proposito (come si suol dire, non c'entra ma c'entra...) nel doppiaggio (altra orribile amenità tutta italica, brrrr...) se ne vedono anche di peggio: guardatevi una puntata di True Blood su Fox e poi godetevela in lingua originale (come andrebbe fatto, sempre!): meglio soprassedere.

giovedì 5 agosto 2010

OLLY MOSS




Olly Moss è un giovanissimo artista grafico inglese che sconvolge per arguzia e sensibilità artistica.
E' una specie di Bucchi cool.
Sul suo sito potete ammirare diverse sue creazioni, una più gustosa, colta e intelligente dell'altra.
Tra le mie preferite, le tre che potete ammirare qui: capito il tipo?

mercoledì 4 agosto 2010

IN RISPOSTA AD UN POST DI ROBERTO RECCHIONI


La scorsa settimana mi sono capitati due episodi di banale quotidianità che però mi hanno fatto riflettere. La mattina ho assistito “in diretta” ad un incidente tra una BMW nuova di zecca e un vespone: avendo visto tutto molto chiaramente ho potuto constatare che il tipo alla guida del macchinone stava parlando al cellulare senza auricolare proprio nel momento in cui aveva preso la poco intelligente decisione di fare inversione a U su una strada a doppio senso di marcia, particolarmente trafficata e con una bella doppia riga continua di mezzeria sull’asfalto. Il botto col povero motociclista è stato inevitabile. Per fortuna non è successo niente di grave, se non fosse che il proprietario della BMW (che era, come io ben sapevo, chiaramente in torto) ha cominciato ad inveire contro il tipo sul vespone, che nel frattempo se ne stava mogio mogio a controllarsi una bella escoriazione sull’avambraccio. Il tipo della BMW era uguale a Alfano (come c’aveva ragione Totò, su Uomini e Caporali, quando sosteneva che i prepotenti, i padroni, i disonesti, i caporali insomma c’hanno tutti una faccia…), il “ministro” della giustizia (un politico talmente anonimo che la maggior parte degli italiano è convinta faccia Lodo di nome): vestito su misura, Rolex, mocassini blu metallico. Il tipo sulla Vespa era invece un signore tranquillo, pacato, sui 40 anni, vestito un po’ da fricchettone e di una gentilezza squisita. Nonostante fosse stato investito dal “nuovo barbaro” (per dirla con rrobe), se ne stava lì ad ascoltarlo silenzioso, guardandomi di tanto in tanto in cerca di un cenno di approvazione che da parte mia arrivava ogni volta puntualissimo. Dopo aver fatto sbraitare il povero pazzo, ci siamo messi a compilare il cid e, con un altro tipo, abbiamo testimoniato sulla dinamica dell’incidente (quindi immagino che il criminale si attaccherà allegramente al cazzo, stavolta). Altro episodio che mi è capitato tipo il giorno dopo è stato con una mia conoscente, Laura, ragazza madre di nemmeno 25 anni, disoccupata che vive ancora a casa coi genitori (col papà a sua volta senza lavoro), elettrice/sostenitrice del Berlusca. Si parlava di cazzate, anche con altre persone, quando a un certo punto, non ricordo nemmeno perché, me ne sono uscito col citare un libricino che stavo leggicchiando in quei giorni, “Le multe agli operai” di Lenin. Non l’avessi mai fatto: Laura ha cominciato a sputarmi addosso di tutto, dove “comunista di merda” era diventato un simpatico intercalare tra un grazioso “vaffanculo” e un dolce “non capisci un cazzo”. La sua linea era, stranamente, chiarissima: lei voleva semplicemente esprimere tutto il suo dissenso assoluto verso di me, o meglio verso quelli come me, “colpevoli” ai suoi occhi di avere una vita tranquilla, una bella compagna, un appartamento accogliente (dove viviamo senza figli…), una macchina costosa, e di starsene lì a fare i sofisti senza trovare soluzioni pratiche (a differenza di “Lui”) e fraintendendo nella mia pacatezza e gentilezza una falsità che non può essere altra, diversa da così, che non può essere assolutamente gentilezza pura e semplice, disinteressata.
Alle sue parole velenose, forse per vigliaccheria nascosta da cordiale buon senso, non ho saputo controbattere.


Alla fine è la quotidianità con la quale dobbiamo confrontarci, che ci fa capire davvero com’è la (schifosa) situazione.
E’ vero, Berlusconi ce lo meritiamo, “lo abbiamo chiesto noi (o almeno la metà di noi +1)”, ed è vero anche che è “espressione della volontà popolare”, plasmata da lui con trent’anni di imbarbarimento culturale, come dice giustamente RRobe (e come illustra abbastanza bene Gandini in Videocracy).
Però forse non ci rendiamo nemmeno tanto conto di quanto questo imbarbarimento sia stato profondo: non ci ricordiamo più quanto fossero cazzuti gli operai una volta, di quanto fosse consapevole di sé e compatta la classe operaia, il proletariato: un operaio di trent’anni fa, a sentirlo parlare oggi su quei vecchi filmati delle teche Rai oppure nel film La Cosa di Nanni Moretti (che comunque è “solo” di vent’anni fa), fa un effetto straniante, è allucinante quasi più di un film di Cronenberg.
Oggi gli operai votano Lega. Oppure Fini.
E’ questo che più di tutto mi fa incazzare, se poi soprattutto confronto quel "prima" ai nostri tempi, constatando la prepotenza volgare di oggi e la deficienza (nel senso proprio del termine) di tanta gente.
E quindi mi dispiace ma in conclusione non posso non odiare con tutto me stesso la sinistra italiana tutta: perché in trent’anni ha permesso tutto questo, ha sputtanato tutto, ha perso contatto con la realtà: Berlusconi sarà pure il capo dei barbari, ma non sono state proprio erette mura di difesa…
E’ come dice Luttazzi: un bel giorno abbiamo deciso di metterci comodamente a pecora per farci inculare ben bene. E la cosa simpatica è che ce piace pure.
Siamo nella merda e a ‘sto punto non ci resta che restare disperatamente a galla.
E sinceramente io mi faccio più schifo di tutti.

domenica 1 agosto 2010

LA SERIE PIU' ATTESA


A ottobre su Fox (canale di Santa Sky) arriva The Walking Dead.
Ora, forse voi non lo sapete, ma io amo gli zombie (di cui posterò qualcosa quando avrò 10 minuti 10 da dedicare alla robba seria, veramente seria...) e credo che, attualmente, l'opera di riferimento sia il fumetto di Robert Kirkman, da cui è appunto tratta questa serie che uscirà in autunno.
L'hype è alle stelle, anche perché il primo video presentato alla Comicon di San Diego è molto molto interessante...

L'INQUADRATURA E IL PUNTO DI VISTA






Alex Katz.
Bello l'articolo di Achille Bonito Oliva su Repubblica di sabato.