giovedì 4 febbraio 2010

IPOCRISIA PALLONARA

Gianni Petrucci ha proposto di espellere chi bestemmia in campo.
Non lo ricordavo, ma ho letto che c'aveva già provato nel novembre del 2004.
La regola 12 al punto 4 dice che deve essere espulso chi usa un linguaggio offensivo, ma non c'è più l'esplicito riferimento alla bestemmia (che una volta c'era sul regolamento).
Petrucci vuole fortemente reinserire questa dicitura.
Il che significa che se, durante una partita, 50000 mila persone urlano negro di merda a un paio di calciatori va bene mentre se un professionista (quindi un lavoratore) spara un bestemmione imprecando per aver fatto una stronzata viene buttato fuori.
Mah...
Bruno Conti una volta disse che se gli arbitri dovessero davvero cacciare tutti quelli che bestemmiano dopo un quarto d'ora si svuoterebbe il campo.
Pensa che bello: Kakà che vince tutte le partite da solo!
Fermo restando che questo blog sarà sempre contrario alle crociate (nel senso proprio del termine) di qualsiasi tipo e forma, questa mi sembra veramente un'ipocrisia troppo esagerata.
Entrerebbe in gioco troppo fortemente la discrezione dell'arbitro e verrebbe punita eccessivamente quella che è, in fin dei conti, un'abitudine.
Brutta e cattiva, ma pur sempre un'abitudine.
E chi bestemmia in un'altra lingua? Viene punito solo di fronte agli occhi di dio?
Dai, per favore.
Questa notizia però mi ha fatto scoprire una curiosità interessante di cui non sapevo niente: il 12 ottobre del '75 il Como vinceva 2 a 1 contro la Juve quando l'arbitro fischiò una punizione dal limite per una bestemmia di un comasco. Gol di Causio e 2 a 2.
La Juve in quegli anni non perdeva mai.
Grazie (anche) a dio.

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