martedì 10 agosto 2010

CHIAMALA COME VUOI, E' PUR SEMPRE UNA MONTAGNA...


Bell'articolo ieri su Repubblica sulla nuova traduzione del famoso romanzo di Thomas Mann. Come ormai noto, infatti, ad ottobre uscirà per I Meridiani Mondadori una nuova versione del romanzo che noi tutti abbiamo sempre conosciuto come La Montagna Incantata, che in Italia abbiamo sempre chiamato così perché quando arrivò per la prima volta nel '32 fu tradotto con questi termini. Punto.
La traduzione giusta, però, era La Montagna Magica e così verrà chiamato a partire da ottobre del 2010. Ok.
Ora, la discussione può sembrare decisamente sterile, soprattutto in considerazione del fatto che si sta parlando di un noioso romanzone invecchiato malissimo di cui al massimo ti fanno leggere qualche capitolo in tedesco se sei uno studente della lingua germanica (mio caso, brutti ricordi, due palle...).
Ma quello della traduzione dei titoli di opere straniere è universalmente un problema serio, al quale mi viene spesso spontaneo prestare qualche fugace pensierino, soprattutto perché tracima nella più abbietta amoralità nel campo della distribuzione cinematografica (campo che io amo particolarmente).
Ora, non è a mio avviso particolarmente importante se l'ultimo film con Jennifer Lopez venga distribuito in Italia con l'improbabile titolo "Piacere, sono un po' in cinta" (originale "The Back-Up Plan"...), oppure che il normale "Home Alone" sia diventato "Mamma ho perso l'aereo" (?!?) o "L'Attimo Fuggente" era in originale "Dead Poets Society" (e chi ricorda il filmetto con Robin Williams non può non arricciare, quantomeno, il naso, interdetto); ma quando un grandissimo film, un capolavoro assoluto come “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” viene tradotto "Se mi lasci ti cancello", allora non ci sto, l'incazzatura va alle stelle!
Come si sa, il titolo originale riprende un verso di un poema di Alexander Pope (e letteralmente andrebbe tradotto come "l'infinito splendore della mente immacolata"), e fu evidentemente tradotto in tutt'altro fantasiosissimo (?) modo per invogliare furbamente una fetta di pubblico il più abbondante possibile vista la presenza nel film di Jim Carrey, spacciando così uno dei film intellettualmente più intensi degli ultimi anni come una commedia scopereccia alla "American Pie" (ecco, a pensarci in questo caso almeno il titolo è rimasto come in originale!)...
Ricordo benissimo come tantissima gente, durante la proiezione, se ne andò sbraitando contro lo schermo: erano andati a vedere un film con un comico e si dovevano sorbire 'sta mattonata? Vi lascio immaginare le scene...
Un giorno, forse nemmeno troppo lontano, tutto questo finirà, lo so, l'Italia tornerà ad essere un Paese culturalmente importante. Ma in attesa che questo succeda continuiamo a sorbirci queste nefandezze!

P.s.: a tal proposito (come si suol dire, non c'entra ma c'entra...) nel doppiaggio (altra orribile amenità tutta italica, brrrr...) se ne vedono anche di peggio: guardatevi una puntata di True Blood su Fox e poi godetevela in lingua originale (come andrebbe fatto, sempre!): meglio soprassedere.

Nessun commento:

Posta un commento