giovedì 10 marzo 2011

EASY GIRL




Film Tv, il settimanale di cinema, ha stroncato questo film.
Strano, perché io al contrario l'ho trovato fichissimo.
E' la solita storiella dell'emarginata di un liceo statunitense.
Non che sia bruttina (tutt'altro), o timida (tutt'altro): è solo che è una ragazza anticonformista cresciuta da due genitori intelligenti che si trova costretta in un ambiente liceale che la mortifica quotidianamente, tra gruppetti bacchettoni/fanatici (e ipocriti) di convinta fede cristiana, amiche tettone spaesate stupide e un po' mignotte, amici gay in un momento di svolta della loro difficile vita e le solite imbecillerie infantili che tempestano le scuole americane (come le nostre poi, d'altra parte).
Prendendo come spunto "La lettera scarlatta" di Hawthorne che sta leggendo insieme allo splendido (e bambacione) insegnante di letteratura, la ragazzina col pretesto di un malinteso si finge mignottona (da qui il titolo ragazza facile, anche se quello originale era easy A, simpatico gioco di parole tra la facilità di prendere bei voti, la suddetta lettera scarlatta e il darla a destra e manca), creando situazioni ilari che sfocieranno in un finale omaggio dei film anni Ottanta.
Ed è proprio questo omaggiare un certo tipo di cinematografia di quart'ordine con cui siamo cresciuti noi trentenni/quarantenni di oggi a rendere il filmetto particolarmente godibile e gradito: "Easy girl" è il vero trait d'union con un certo tipo di cinema oggi giustamente rivalutato che aveva il suo campione nella figura del (compianto) John Hughes e il suo brat pack.
"The breakfast club" o "Una pazza giornata di vacanza", per intendersi (film che tra l'altro la protagonista cita durante uno dei suoi spassosi monologhi).
Ecco, Emma Stone (a proposito, fantastica. Un mito) è la Molly Ringwald dei nostri tempi.
E per chi ha visto almeno una trentina di volte "Un compleanno da ricordare" non c'è complimento migliore.

Voto: 8

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